venerdì 25 febbraio 2011

L'acqua non si vende!

Vi proponiamo un articolo relativo alla privatizzazione della rete idrica.

Cosa potrebbe comportare alle tasche del cittadino. Il nostro gruppo di minoranza si è da sempre opposto a tale prospettiva speriamo che anche in questo caso la Giunta Maroni non faccia un passo falso.

Privatizzazione dell’acqua in Italia: lo scenario


Anche in Italia una legge ha appena sancito il processo di privatizzazione delle acque: ma quali saranno le ripercussioni sulla vita quotidiana degli utenti? E quali i rischi?
Di fronte all’annosa questione della privatizzazione dell’acqua è necessario premettere che tutti i governi democratici, quando si trovano di fronte a un servizio pubblico che non funziona a dovere, ricorrono non di rado alla sua cessione a imprenditori privati, con i capitali dei quali sia possibile raggiungere un livello di offerta almeno sufficiente.
Si tratta, ovviamente, di una soluzione estrema, a cui ricorrere quando lo Stato non è più in grado di farsi carico della gestione di un servizio: è già successo con la telefonia, l’energia e i trasporti pubblici – con alterni successi.
Consideriamo, quindi, la situazione attuale delle risorse idriche italiane e la loro distribuzione. Nel nostro paese, con un’idrografia particolarmente variegata e diffusa su tutto il territorio, non si può dire che manchi l’acqua potabile. Il 70% di questa, tuttavia, è impiegata per irrigare i campi: un uso che non si giustificherebbe nemmeno in condizioni ottimali.

L’Italia, manco a dirlo, non è affatto in queste condizioni! La metà dell’acqua presente negli acquedotti, mediamente, non arriva ai rubinetti, ma si disperde in una miriade di falle che è troppo costoso riparare: bisognerebbe aggiustare tutte le fuoriuscite in un tratto, utilizzando anche i giusti accorgimenti per evitare che se ne formino di nuove.
Con la privatizzazione dei servizi idrici lo Stato conta di poter affrontare i lavori necessari al miglioramento della distribuzione dell’acqua in tutta Italia: entro il 2020, si stima, saranno necessari dai 30 ai 40 mila chilometri di tubature, con una media di 3 o 4 mila chilometri annui. Per far questo ci vorrà una cifra esorbitante che il Paese, da solo, non può assolutamente permettersi di sborsare.

I 2/3 di capitale privato previsti dalla nuova normativa dovrebbero fornire linfa vitale per dare, finalmente, l’acqua potabile e corrente in tutte le case: in molte zone (soprattutto, ma non soltanto, al Sud) migliaia di famiglie sono costrette a vivere potendo usufruire solo di alcune ore d’acqua al giorno; o con servizi inaffidabili.
Ma la privatizzazione dell’acqua risolverà questi problemi?

Lo speriamo, ovviamente, anche se altri Paesi che hanno intrapreso questa strada – come la Francia – stanno operando una brusca marcia indietro. L’acqua, infatti, non è un prodotto commerciale qualsiasi, ma è il bene supremo: un giorno senza acqua significa rischiare la vita, mentre sono in molti, loro malgrado, a sopravvivere a una settimana senza cibo. Dovrebbe quindi essere, per sua natura, un bene gratuito o comunque dal costo simbolico: le spese per la distribuzione dovrebbero essere a carico dello Stato, quale sommo tutore del benessere dei cittadini.
Appurato che, attualmente, al nostro Stato non è possibile adempiere a questo compito e nella speranza che la privatizzazione possa rappresentare una soluzione alternativa, riflettiamo un attimo su quello che però potrebbe accadere. Una SpA è, per sua natura, un gruppo di persone che deve fare affari commerciando prodotti e servizi: l’interesse di un’azienda non sono i clienti, se non per riflesso, ma gli azionisti e il fatturato.
Ogni azione di un privato imprenditore deve avvenire previa un’attenta valutazione dei costi e dei benefici: migliorare la rete idrica di un’area scarsamente popolata, ad esempio, potrebbe non risultare economicamente favorevole – a meno di non far gravare i costi sulla bolletta in maniera massiccia.

Uno spreco – in ottica puramente commerciale – potrebbe non essere uno svantaggio, perché riparare una falla, in talune circostanze, è più caro che non intervenire. Gli esempi possono essere tanti, senza considerare il potere sociale che un gestore della rete idrica andrà ad acquisire. Speriamo soltanto che la privatizzazione dell’acqua sia stata realmente concepita come il primo passo verso la soluzione di un annoso problema italiano e non come l’ennesimo atto di uno scaricabarile tipicamente nostrano.


Luigi Perri - Green Magazine

Viabilità a Casciago, c'è un silenzio assordante

Ecco anche una lettera di un cittadino sulla questione di P.zza Cavour.

RITARDI, LUNGAGGINI E POLEMICHE INFINITE....

Riportiamo di seguito la lettera pubblicata su Varesenews:

Un lettore prende atto della situazione dell'incrocio di piazza Cavour e si chiede perchè sia tutto fermo, perchè non siano stati fatti interventi e perchè sia peggiorata la viabilità.Gentilissimo direttore mi rivolgo a lei con questa lettera per esporle un disagio che alcuni mesi fa aveva sollevato molte polemiche riguardante la viabilità sulla SS394 che collega Gavirate a Varese all'altezza dell'incrocio nel Comune di Casciago.
Tante contestazioni erano nate all'apertura dopo gli infiniti lavori e tanta partecipazione si era dimostrata nelle innumerevoli proteste giunte alla sua redazione.
L'amministrazione aveva ovviato predisponendo un presidio con i Vigili Urbani nelle ore di punta in modo da allungare manualmente i tempi semaforici sull'arteria di maggior percorrenza e si era tamponato momentaneamente, evidenziando però il fallimento della scelta dei regolatori semaforici.
Tale scelta errata posso dire sia confermata in quanto in alcuni periodi trovando i semafori lampeggianti,presumo a causa di qualche guasto, il traffico scorra molto meglio e le colonne di auto all'altezza dell'incrocio siano irrisorie.
In questo momento però vedo che la piazza non è stata completata sono ancora posizionati gli spartitraffico provvisori in plastica e nessuna nuova miglioria è stata apportata dopo la tanto contestata apertura. Mi chiedo cosa stia succedendo, devono essere apportate delle modifiche? È fallita nuovamente l'impresa? Si realizzerà una rotonda? ...sperando per quest'ultima ipotesi le chiedo gentilmente se la sua redazione possa nuovamente interessarsi del problema visto che quando questo era avvenuto almeno il vigile che regolava il traffico era presente attualmente invece alla mattina nessuno controlla e la colonna arriva fino a Luvinate.
Non riesco a capire come di fronte a tanto denaro pubblico speso così male nessuno si sia lamentato più, dopo quasi 3 anni di cantiere la situazione viabilistica è senza dubbio peggiorata, un vero peccato. Percorrendo ogni giorno questa strada tanto avevo sperato in questo investimento oltretutto in un incrocio dove confrontandolo con altre realizzazioni una rotonda pensavo potesse essere realizzata.
Le rinnovo la mia richiesta solleciti le amministrazioni, coinvolga gli utenti perchè il problema è sempre vivo ed interessa migliaia di automobilisti.

Cordialmente
Riccardo Mariani

Anche da Varese news sulla stazione!

Vi riportiamo il link legato alla questione Stazione FNM di Casciago apparso su Varesenews.

Progetto Paese
ARTICOLO

BANDO DELLA REGIONE PER 269 SITI DA AFFIDARE IN COMODATO GRATUITO

Casciago

“Via al bando dal 3 marzo, per riqualificare le stazioni lombarde, molte delle quali in stato di forte degrado. Il 22 febbraio è stato sottoscritto un accordo tra Regione, Rfi, Ferrovie Nord e Anci Lombardia per recuperare le 269 stazioni ferroviarie (185 di Rfi e 84 di Ferrovienord). Come? A costo zero, è stato l’annuncio trionfante del governatore Roberto Formigoni, affiancato dall’Assessore alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo.
Favorendo la cessione in comodato gratuito per 5 anni ad associazioni culturali, società no profit, o in comodato oneroso a società commerciali.
Il progetto si chiama “Stazioni in Comune”. Dalla data del bando, gli enti locali avranno 60 giorni di tempo per proporre progetti che saranno realizzati in estate. Per quelli particolarmente interessanti proposti dai Comuni saranno le stesso società proprietarie delle stazioni a investire finanziariamente per la riqualificazione di questi spazi.
“Far rifiorire le stazioni, farle rivivere, significa restituire un bene e una opportunità alle comunità locali- ha precisato il governatore Roberto Formigoni- e anche presidiarle e renderle più sicure, tenendo lontano teppistelli e malintenzionati”.

Tutto questo è stato già proposto nel programma elettorale dal Gruppo di Minoranza Progetto Paese e ribadito nuovamente dal consigliere di minoranza Giannino Pozzi anche nell’ultimo Consiglio Comunale, dove invece la maggioranza per voce dell’Assessore Ciotti ha dichiarato che se fosse nelle sue facoltà procederebbe all’abbattimento della struttura in quanto un’ostacolo.


Saprà questa Amministrazione cogliere questa opportunità o perderà anche…”questo treno”?

martedì 15 febbraio 2011

ABBATTIAMO LA STAZIONE NORD..

Dopo anni di discussioni, rinvii, cessioni e atti vandalici, finalmente il Comune di Casciago sembra abbia deciso il destino della stazione FNM di Casciago-Morosolo.
La notizia è giunta all'orecchio di molti cittadini che ci hanno segnalato il fatto via mail, sconcertati....il Comune vuole demolire uno dei simboli del paese...si proprio così...con già un progetto pronto per la sua riqualificazione la decisione sembra ormai prossima a meno di un ripensamento da parte della giunta Maroni.

Possiamo finalmente dire "la giunta Maroni prende decisioni e fa qualche cosa per il paese" si peccato che siano quelle sbagliate...a  nostro avvivo la stazione non va toccata anzi andrebbe resa fruibile per i cittadini!!
Ancora un disfare e non un fare!!

RIPENSATECI....

Gruppo di minoranza
Progetto paese